Il falco: curiosità, caratteristiche, cura

Prepararsi a ricevere il falco:
come iniziare?

La lista delle cose necessarie è abbastanza impegnativa, sia in termini di tempo che di denaro. Consigliamo innanzitutto di avere un minimo di letteratura. Siccome non esiste in Italia un “patentino” per falconeria, chi vuole avere un rapace è tenuto a recuperare da se alcune notizie di base, almeno su come tenere in salute il falco.

Alla fine di questo manuale troverete un breve elenco di pubblicazioni estremamente utili che vi suggeriamo di procurarvi e leggere.

falco in cielo

Quale falco?

La scelta del falco è una cosa fortemente individuale. Dipende dal tipo di selvaggina che si vorrà catturare o che si avrà a disposizione, dal tipo di territori sui quali si potrà volare, dal tempo e non ultimo dalla cifra che si vuole spendere.
 
Spesso si sente dire che il principiante dovrebbe cominciare con un falco piccolo, tipo il Gheppio. Nulla di più sbagliato. Come regola generale, più il falco è piccolo e più aumentano i problemi di gestione e di salute. Inoltre il Gheppio è un animale di limitato impiego e l’esperienza ci mostra che molto presto il falconiere cercherà un altro falco, purtroppo dimenticandosi di questo grazioso falchetto. Inoltre sono assolutamente sconsigliati gli Astori e Sparvieri per il loro carattere agitato. Vorremmo sconsigliare come primo falco anche un falcone, ma se uno vuole proprio praticare l’altovolo e ha a disposizione la guida di un falconiere d’esperienza, si orienti su un Pellegrino, eventualmente imprintato, lasciando perdere tutte le altre specie, che per le loro caratteristiche e tipo di volo aumenterebbero solo le difficoltà.
 
Essenzialmente i falchi da falconeria si possono dividere in falchi d’alto volo e di basso volo, a seconda del tipo di utilizzo al quale questi falchi si prestano. I falchi d’alto volo sono quelli che vengono fatti volare prima che si alzi la preda, quindi si levano in volo e rimangono in alto sulla testa del falconiere finchè lui o il cane non fanno alzare la preda, allora il falco scende in picchiata per catturarla. I falchi di basso volo invece partono dal pugno o da un posatoio appena vedono la preda, per inseguirla direttamente sino a catturarla. In alcuni casi può succedere che un falco d’alto volo venga utilizzato come un falco di basso volo o viceversa, ma questo non succede spesso.

Falchi d'alto volo:

Gyrfalco
Prateria
Smeriglio
Gheppio
Sacro
Pellegrino
Lanario
Ferruginosa​

Falchi di basso volo:

Astore
Aquile
Codarossa
Sparviere
Harris
Cooper
Poiana

Le maggiori scuole di falconeria del mondo consigliano di partire con un falco di Harris o con una Poiana Codarossa e le nostre esperienze degli ultimi anni sicuramente approvano queste scelte. La Codarossa è un falco molto robusto e facilmente addestrabile, in grado di perdonare molti errori di gestione. A nostro avviso, partire con il falco giusto porterà ad appassionarsi sempre più alla falconeria, stimolando la voglia di provare nuove esperienze con altre specie. Insistiamo: ognuno può cominciare col falco che crede, anche con un Girfalco o uno Sparviero le cose potranno andare bene, ma con la Codarossa sarà tutto più facile. Tutti i discorsi che seguiranno prendono in considerazione la Codarossa come primo falco.

Dove tenere il falco?

In natura i falchi passano la maggior parte del loro tempo posati, non in volo. I rapaci cacciano solo quando hanno fame e sono animali opportunisti, per cui cercano di catturare preferibilmente delle prede menomate. Spesso ad un buon gozzo seguono alcuni giorni di digiuno, in modo da digerire completamente in cibo ingerito. Questo per dire che anche in natura il falco ha bisogno di opportuni posatoi: a maggior ragione nel nostro caso, dove il falco rimarrà senza volare per diversi mesi, sarà indispensabile costruire delle strutture appropriate e dei comodi posatoi. Un posatoio mal costruito può provocare delle lesioni e degli incidenti che possono portare in alcuni casi alla morte del falco.

E’ fortemente raccomandabile che il falco venga alloggiato in un ambiente completamente sicuro, tipo una stanza con ricambio d’aria o una voliera in giardino riparata dal vento e dalla pioggia e chiusa con la rete. Anche se il falco è legato con le migliori attenzioni, col tempo succederà per qualche ragione che si liberi e se non si trova al sicuro, specie nel periodo della muta, quando è bello grasso e non risponde ai comandi, il falco sarà quasi certamente perso.

Tenere il falco al chiuso non è utile solo per evitare che il falco vada via, ma anche per prevenire che qualcosa vada dal falco; questo qualcosa possono essere dei predatori (cani, gatti, altri rapaci, topi) oppure dei disturbi (bambini, vicini, curiosi, e sedicenti paladini della natura). Se non si presta qualche attenzione è più facile perdere un falco quando si è a casa che facendolo volare a caccia. Fate attenzione davvero: per esperienza sappiamo di molti falchi persi nei primi giorni dal loro arrivo, quando erano ancora non addomesticati e in un momento in cui possono bruciare tutto l’entusiasmo del novizio falconiere. Se il falco viene perso in questo periodo è probabile o che ve lo riporti il vicino o che non lo rivediate mai più e le possibilità che questo, a causa della sua totale inesperienza, sia andato a morire, sono altissime.

Dovete innanzi tutto conoscere bene le abitudini del vostro falco. Esistono talmente tante differenze di comportamento all’interno di una specie che ci spingono a consigliarvi un’estrema cautela. Ci sono falchi che rosicchiano i geti, altri che riescono a tagliare le corde più robuste, altri che hanno una capacità incredibile nello svitare certi moschettoni e alcuni che sbattono tutto il giorno mettendo a dura prova l’attrezzatura, specie quella usata dal novizio che non è sempre adeguata, col risultato di rimanere attorcigliati e appesi come salami o anche di fuggire. Se mettete il falco in giardino controllate bene la legatura e tenetelo sempre d’occhio; in tutti gli altri casi tenete il falco al chiuso. Assicuratevi sempre che il falco sia legato sul guanto prima di togliere la lunga e viceversa. Non fidatevi della vostra abilità nel trattenere solo i geti. Questi sono tutti accorgimenti che adotta qualsiasi falconiere responsabile, anche con alcuni anni di esperienza alle spalle: a maggior ragione chi maneggia il suo primo falco.

Per ospitare un falco di dimensioni medie tipo la Codarossa o il Pellegrino sarà sufficiente uno spazio di 2,5 metri x 2,5. Per un falco piccolo le dimensioni cambiano di poco, mentre possono aumentare molto se si deve tenere un grosso rapace. E’ sempre meglio tenere ogni falco separato dall’altro, perchè se succedesse che uno dei due si libera nel periodo in cui sono al peso di caccia, potrebbero aggredirsi. E’ già successo e vi assicuriamo che le conseguenze sono devastanti per entrambi i contendenti. Sarebbe anche meglio che i due o più falchi ospitati nella loro voliera comune non si vedessero neppure, specie nel periodo di caccia, per evitare che un falco si agiti troppo mentre un’altro mangia.

I falchi vivono in natura alle nostre latitudini e anche in climi più freddi, per cui non c’è nessun problema a lasciarli all’aperto tutto l’anno, anche nei giorni più freddi. Se un falco che vive in natura è però libero di cercarsi un posto riparato dalle intemperie, il nostro no: deve stare dove noi decidiamo di metterlo. Per cui è nostra responsabilità trovargli un posto riparato dal vento, dalla pioggia, dal sole cocente e dalla neve. Noi troviamo che sia una buona soluzione costruire dei box con tre pareti in legno e una di rete. La rete elettrosaldata di 2 x 2 cm è sicuramente la più indicata. Proteggete ogni superficie ruvida (muro, rete) dove il falco potrebbe urtare e rovinarsi le penne con dei fogli di plastica liscia. se pensate che il falco possa rimanere libero all’interno, per una ulteriore sicurezza consigliamo di mettere della rete anche sotto il tetto, specie se questo è un foglio di plastica ondulata o un materiale simile che potrebbe venire sradicato da una bufera. Se alloggiate il falco in una stanza il problema è opposto: ricordatevi che il falco ha bisogno di un po’ di sole e di aria fresca, per cui giardinatelo spesso e lasciate le finestre aperte per l’aria, ma assicuratele con della rete o meglio, con delle bacchette verticali. Sotto il posatoio potrete metterci della ghiaia tonda o delle palline di argilla espansa. Se il falco stà all’aperto può andare bene anche la terra. L’erba è un lusso che non ci si può permettere camminandoci sopra varie volte al giorno. Se il falco ha il suo spazio ben concepito, potrà restarci legato per tutto l’anno senza avere problemi ne’ di salute ne’ di muta. 

Attrezzatura

Il falconiere moderno ha a disposizione diversi strumenti, alcuni di questi sono di uso storico e altri di recente introduzione. Vediamoli brevemente. La cosa migliore comunque è di farvi illustrare il materiale da chi lo sta usando da molto tempo. Questo è un elenco che suggerisce cosa procurarsi prima di ricevere il falco:
  • 2 Lunghe di cuoio
  • 2 Braccialetti per geti Aylmeri
  • 2 Coppie di geti Aylmeri
  • 2 Girelle
  • 1 Guanto
  • 1 Bilancia
  • 1 Pertica da voliera
  • 1 Pertica da giardino
  • 1 Bacinella per il bagno
  • 1 Coppia di campanelli
  • 1 Set di attrezzi per lavorare la pelle: bisturi, fustellatrice, grasso.

Lunga

  • Una buona lunga deve permettere di essere annodata con facilità e molto resistente.
  • Deve poter essere esposta al sole e all’acqua senza rovinarsi.
  • Non deve essere ne’ troppo flessibile ne’ eccessivamente rigida. Un buon cuoio ben trattato è un materiale ottimo.
  • La lunga deve essere di misura giusta: non deve essere tanto larga da incastrarsi nell’anello della girella e deve essere tanto lunga solo da permettere al falco di salire da terra comodamente sul suo posatoio: sarà quindi l’altezza del suo posatoio a determinare la giusta lunghezza alla quale annodare la lunga. La parte in eccesso diventa dannosa quando il falco salta via: maggiore è la lunghezza e maggiore sarà il contraccolpo che ne riceverà; inoltre aumenterebbero le probabilità di trovare la lunga attorcigliata. Una lunga da annodare non deve essere più di 150 cm. Una valida alternativa è la corda di naylon da 11 mm di diametro, quella da scalatore, che va molto bene solo dopo esserci assicurati che il falco non abbia la tendenza a rosicchiarla. Questi tipi di lunghe “da annodare” devono avere un bottone all’estremità che si fermerà sulla girella; per fare il bottone nella lunga di cuoio bisogna fare due buchi poco distanti l’uno dall’altro ad un’estremità e passare la punta fatta sull’altra estremità dentro questi due buchi, quindi tirare il più possibile; la lunga di corda ha solo bisogno di un nodo, ma bisogna bruciare i capi per evitare che si sfilacci.

Attualmente si sta affermando in alternativa la lunga con i moschettoni. Grazie al suo sistema particolarmente snodato non si attorciglia mai. Inoltre non richiede di essere annodata, perchè i moschettoni si agganciano alla girella e l’altro capo è sempre fissato al posatoio. Ovviamente il suo uso è molto veloce, ma ogni posatoio deve averne una, mentre con le lunghe tradizionali può bastare una lunga per ogni falco. Con questo sistema è d’obbligo usare sempre due moschettoni con apertura opposta; l’uso di un unico moschettone potrebbe permettere al falco di liberarsi col solo movimento della lunga. La dimensione di questa lunga sarà esattamente quella necessaria a far salire il falco sul posatoio da terra più 10 cm.

Girella

La girella collega la lunga con i geti offrendo un punto di snodo ed è l’elemento più delicato di tutto il sistema per assicurare un falco.
Se la girella (detta anche doppio anello) si inceppa, il falco si attorciglierà provocando al falco un sicuro stress o peggiori danni fisici. Ovviamente la girella non deve essere tanto debole da spezzarsi, altrimenti il falco rimane completamente libero. La girella che consigliamo è la SAMPO n.8 che si trova in alcuni negozi di pesca ben forniti o da chi vende attrezzature per la falconeria. E’ molto facile da utilizzare, basta vederlo fare una volta che il problema è risolto: chiedete ad un falconiere esperto di mostrarvi come si fa.
 

Geti Aylmeri

A nostro avviso non esiste altro tipo di geti. I geti tradizionali sono stati ormai sicuramente superati dagli Aylmeri. Questi geti innovativi sono composti da un braccialetto montato fisso al tarso del falco e da una coppia di geti intercambiabili che girano liberamente all’interno dell’occhiello che chiude il braccialetto.
 
Le dimensioni del braccialetto devono essere appena più grosse del diametro del tarso del falco e assolutamente non devono essere tanto larghi da lasciar sfilare il piede. La larghezza della parte sfilabile deve essere in funzione del diametro dell’anello del braccialetto e avere ad una estremità il bottone, tipo quello della lunga. Se sono della misura giusta potranno ruotare dentro all’anello, mentre la lunghezza dei geti varia a seconda della specie: per una Codarossa vanno bene di 18-20 cm.
 
Se sono ben fatti questi geti non si attorciglieranno mai. Inoltre, nel caso disgraziato in cui doveste perdere il falco questo potrà sfilarseli e così aumenterebbero le sue possibilità di sopravvivenza in natura. Questi geti permettono anche di essere sostituiti molto velocemente. I geti abituali, o da voliera, sono quelli che hanno un taglio all’estremità che serve per attaccarci la girella. Se si vuole far volare il falco sulle piante, questi geti devono essere sostituiti con un paio senza alcun taglio, in modo da evitare che il falco si agganci a qualche ramo o a qualche spuntone. Se si fa volare un falcone, che non andrà sulle piante, si possono addirittura togliere facendo volare il falco praticamente senza geti, solo con i braccialetti.
Vi suggeriamo di fare esperienza preparando diversi paia di geti. I geti e la lunga vanno ispezionati spesso e cambiati ogni volta che si vedono delle imperfezioni nel cuoio. Fate bene attenzione soprattutto attorno ai tagli per la girella e vicino al bottone. Testate sempre ogni nuovo elemento tirando energicamente all’interno del taglio. Meglio buttare via un geto appena fatto che rischiare che si rompa col falco attaccato.
 

Guanto

Il guanto è un accessorio che deve essere usato continuamente. Se il falconiere è destro utilizzerà un guanto sinistro; viceversa se è mancino.
Ovviamente serve ad evitare che il falco possa ferirvi sia intenzionalmente che accidentalmente; quindi dovrà essere tanto spesso da evitare che le unghie del falco possano raggiungere la vostra pelle, ma allo stesso tempo non deve essere così rigido da impedirvi nei movimenti e togliervi la sensibilità. Su questo il falco ci mangerà e si terrà in equilibrio; quindi il guanto si sporcherà e si graffierà.
 
Per esperienza possiamo affermare che un guanto raramente durerà più di un anno. Siccome un bel guanto ha un discreto costo (supera spesso le 100.000 lire) noi usiamo adottare dei guanti da lavoro per la pratica quotidiana, tenendo un bel guanto per le occasioni importanti o per tutte le volte che il falco deve essere visto da altra gente. Dipende dal carattere e dalla irruenza del falco, ma per nostra esperienza un guanto di quelli usati per saldare, che sono un po’ più lunghi di quelli normali da lavoro e sono leggermente rinforzati sul pollice, possono andare bene quasi sempre, specie se ben ingrassati. Un paio di questi guanti non dovrebbero costare più di 6-7.000 lire. Forse solo nei periodi iniziali dell’addestramento, quando il falco deve essere ancora addomesticato, possono sembrare insufficienti, ma poi andranno benissimo.
 
E’ estremamente importante che il falco venga sempre assicurato al guanto quando lo si tiene sul pugno. I vecchi testi riportavano le figure della lunga arrotolata in bello stile tra le dita della mano. Con questo sistema si è già visto il falco volare via con la lunga attaccata (situazione che diventa mortale per il falco se non si riesce a ritrovarlo molto velocemente); inoltre è molto scomodo tenere una matassa di lunga nella mano. Noi troviamo che sia molto più comodo attaccare un pezzetto di lunga di 15 cm al guanto all’altezza del polso. All’altro estremo di questa lunga ci sarà un moschettone di qualsiasi tipo che verrà assicurato alla girella – preferibilmente prima di slegare la lunga tutte le volte che il falco deve essere preso sul pugno. Insistiamo: sono troppi i falchi persi in queste situazioni non di caccia! L’attrezzatura di cuoio (geti, lunga, guanto) dovrebbe essere ingrassata regolarmente o messa periodicamente a bagno negli appositi oli conservanti. Attenti comunque ad usare sostanze non tossiche, perchè con l’uso il falco ne ingerirà sicuramente delle piccole quantità.
 

Cappuccio

Mentre non esiste un falcone che stia senza cappuccio, personalmente noi crediamo che non sia necessario incappucciare una Codarossa. Sono falchi così ben addestrabili e tranquilli che quasi sempre non necessitano di quel meraviglioso calmante che è il cappuccio. Questo però non vuol dire che il cappuccio non vi servirà mai.

Alcune situazioni o operazioni possono richiedere il suo uso. Ovviamente se il falco non viene addestrato ad essere incappucciato, le poche volte che si dovrà usare, dovrà essere indossato quasi di forza, in modo tutt’altro che elegante, ma servirà ad evitare ulteriori e peggiori stress al falco. Fare un bel cappuccio non è affatto semplice, per cui noi consigliamo di comprarne uno. Con una spesa di 60.000 Lire si trovano dei cappucci ben fatti e della misura giusta per il vostro falco e uno di questi cappucci vi durerà per molto tempo.

Vi suggeriamo alcune accortezze per scegliere il cappuccio giusto:

  • innanzitutto deve entrare bene e non devono essere usate le dita per spingere la testa del falco dentro il cappuccio;
  • la sagoma del becco deve essere ben aderente e il falco non deve vedere nulla (basta passare una mano davanti al falco incappucciato per capire se questo avviene o no);
  • se la sagoma del becco è ben fatta, dovrebbe esserci un po’ di spazio sotto al becco, in modo che il falco possa deglutire col cappuccio indossato;
  • i lacci devono stringersi senza molta fatica e soprattutto non devono allentarsi con una semplice pressione all’interno del cappuccio (se così fosse, il falco potrebbe sfilarselo semplicemente infilandovi un dito sotto mentre si gratta);
  • infine il cappuccio deve adattarsi bene e non far lacrimare il falco (basta che lasciate per mezz’ora al falco un cappuccio piccolo o mal fatto che lacrimerà, bagnando i lati interni di questo accessorio).

Filagna

Entra in gioco quando è il momento di addestrare il falco nei suoi primi voli all’aperto. Si tratta di un cordino sottile e robusto che vi offre la garanzia di non tornare a casa da soli nel caso il falco non avesse ancora capito bene di dover volare da voi. Non usate una lenza: un suo strattone può ferire voi o il falco. Invece va benissimo il cordino utilizzato abitualmente per far scorrere le tende. Non compratene un chilometro! 15 metri sono sufficienti. Quando il falco viene senza esitazioni da 15 metri può tranquillamente essere liberato: se ha delle esitazioni non ha senso allungare la distanza. Conta di più il tipo di risposta che la distanza in se.

Campanelli

Sono una tradizione in falconeria. Dai campanelli esce il solo suono che si associa al nostro sport. Inoltre sono uno strumento utilissimo sia per rintracciare il falco in una boscaglia, sia per conoscerne la posizione in volo senza alzare lo sguardo, sia per sapere cosa sta facendo in ogni momento della giornata, anche a casa. Difficilmente il falco riuscirà a fare qualcosa senza muovere i campanelli. Oggi esistono dei campanelli veramente efficaci e ben costruiti: il costo di un buon campanello è talmente contenuto (circa 20.000 lire) che non ha senso risparmiare su questo accessorio, anche perchè non esistono alternative ben adattabili. La taglia del falco determinerà la misura del campanello. Per una Codarossa usate pure quelli medio-grossi.
 
Esistono vari modi per mettere il campanello al falco. Quello tradizionale è di costruire una piccola cinghietta in cuoio che si fissa per mezzo di un taglio come un geto; oppure può essere fissata con degli automatici; oppure, in modo più moderno, si possono utilizzare le strips per tenere assieme i fili elettrici, avendo però l’accortezza di fissarle non direttamente sulla zampa, ma su geti o anelli per evitare che il falco possa stringerle troppo bloccandosi la circolazione.
 

Borsa

Uscire sul campo con un falco richiede un contenitore dove riporre alcune cose. Una volta l’unico sistema era la borsa; oggi in alternativa vengono usati anche degli appositi giubbotti senza maniche o delle cinture attrezzate. Nella borsa (o nel giubbotto o nella cintura attrezzata) devono trovare posto tutti i ricambi necessari sul campo: girella, geti, lunga; i documenti del falco (può andar bene anche la fotocopia) e la licenza di caccia; il logoro e il cibo; può capitare di dover portare anche una preda di rilascio o dell’acqua e uno spuntino anche per voi. Quindi serve un contenitore capiente e comodo. Ovviamente deve essere diviso in vari scomparti. Pensate che allegria se la preda appena catturata si trovasse a contatto con i vostri documenti o la vostra merenda!
 
Una ditta Americana propone la Hawking Vest, un giubbotto studiato apposta per i falconieri che si presta bene perchè ha un’infinità di tasche, alcune staccabili per essere lavate più spesso e altre a chiusura ermetica; ha un’ampia cacciatora con dei fori d’areazione sul dorso che può ospitare la preda di rilascio ed è comodo da portare. Se decidete per borsa o cintura attrezzata accertatevi che abbiano una cinghia molto ampia, in modo da scaricare meglio il peso.
 

Bilancia

É impensabile volare senza questo strumento. Una volta la condizione del falco veniva valutata tastandogli le cosce, ma i falchi si costavano meno che oggi!! Tenete presente che spesso il comportamento di un falco grasso e di uno troppo magro sono simili. Quindi…pesate il falco TUTTI i giorni. In commercio esistono una varietà di bilance elettroniche per uso domestico, il cui prezzo oscilla attorno alle 80.000 lire. Dipende dalle caratteristiche. Per volare una Codarossa, come qualsiasi altro falco di peso simile, non è necessario avere una precisione esagerata: è sufficiente pesare di 5 grammi in 5 grammi. Tenete presente che una Codarossa può tollerare bene anche un’oscillazione nel peso di volo di circa 50 grammi. Ovviamente più i falchi sono piccoli e più i problemi aumentano e quindi si richiede una sensibilità e una precisione molto maggiore.

Per pesare il falco è opportuno costruire un piccolo posatoio da adattare al piatto della bilancia. Suggeriamo un posatoio a T in legno, con la base quadrata della stessa misura del piatto della bilancia, dal quale parte uno stelo di 20 cm che regge una mensolina di 15 cm x 4 cm di larghezza; questa mensolina può essere rivestita in cuoio per offrire una superficie antisdrucciolo al falco. Se non avete una bilancia con la tara automatica, non dimenticate di tarare la vostra con il peso aggiuntivo di questo posatoio. Per posare il falco su questa mensolina, dovete appoggiarlo in modo che si trovi la mensola dietro alle zampe, a contatto con queste, e poi fate lentamente scendere la mano: istintivamente il falco arretrerà posandosi sull mensolina della bilancia. Con il ripetere quotidiano di questa operazione, il falco imparerà a conoscere la bilancia e ci salterà sopra spontaneamente.

Registro

Ogni falconiere preciso, ma soprattutto l’apprendista, deve tenere nota giornaliera di alcune informazioni. Molte cose potranno in seguito essere chiarite da un’accurata analisi delle situazioni passate. Tenere in ordine il registro non vi aiuterà ad addestrare meglio il primo falco, ma sicuramente vi aiuterà ad addestrare meglio i seguenti.
 
Come minimo dovete registrare: 1. Data 2. Peso del falco 3. Temperatura minima della notte. 4. Quanto e cosa ha mangiato. 5. Note sul suo comportamento.
 
Dalla relazione di questi dati potrete capire il giusto peso del falco, quanto deve mangiare in relazione al lavoro svolto e alle condizioni climatiche. Una accurata analisi dei dati vi insegnerà che un buon gozzo di piccione ingrassa molto di più di un buon gozzo di coniglio e quindi saprete regolarvi su come nutrirlo se volete volare anche il giorno dopo. Ogni persona che si avvicina alla falconeria, rimane affascinata da questo alone di mistero che coinvolge un uomo e un falco a cacciare assieme. Nessun mistero. Il trucco è il condizionamento: stessi esercizi ripetuti in continuazione, meticolose pesate quotidiane, tempo a disposizione e annotazioni accurate. Queste sono le chiavi del successo.
 

Posatoi

Negli anni sono stati ideati diversi tipi di posatoi per i falchi, ma tutti devono avere due caratteristiche fondamentali. Innanzittutto un posatoio deve essere sicuro: su di esso il falco non ovrà mai essere trovato ingarbugliato, appeso o ferito in nessun modo. Poi deve essere comodo e confortevole per il falco.

Pertiche da campo

Una pertica trasportabile serve continuamente, sia in giardino che a caccia. Deve essere leggera e offrire le stesse caratteristiche di sicurezza e comodità di un posatoio fisso. Di seguito illustriamo due tipi di pertica di buon impiego e vi suggeriamo di costruirne una.
Pertiche ad arco
Sono essenzialmente delle pertiche curve nelle quali scorre un anello al quale viene assicurata la lunga.
La pertica ad arco deve avere un’angolazione minima di 45° per evitare che l’anello al quale si lega la lunga possa bloccarsi.
 
Saldare alla base una asticciola da parte a parte, evita che il falco possa scappare assieme a lunga e anello nel caso la pertica si stacchi dal terreno. Potete fare queste pertiche piegando un tubo di ferro e rifasciandolo con delle spire di corda di canapa da 0,6 cm di diametro, rifinendo i terminali con qualche giro di nastro isolante. Questo è sicuramente un ottimo posatoio, ma deve essere ben costruito, altrimenti può diventare pericoloso. Perchè funzioni bene bisogna innanzittutto che l’anello possa scorrere liberamente da una parte all’altra dell’arco. Se questo non avviene il falco si danneggierà le penne della coda tutte le volte che salta parallelamente all’arco. Un’altra accortezza deve essere rivolta alla curvatura dell’arco. Se non è ben fatta l’anello si incastra: l’angolatura migliore è compresa tra 30 e 45 gradi. Il punto più alto da terra deve esserre almeno di 20 cm per evitare che il falco tocchi terra con la coda. La lunghezza della pertica deve essere almeno tre volte la sua altezza.
Pertica ad anello
Hanno la nostra preferenza e se ben ideate sono molto sicure. Sono praticamente un cerchio girevole montato su un’asta. La loro costruzione è semplice: utilizzate una barra di ferro di 3 cm x 2 mm per fare il cerchio.
 
La lunga deve essere delle giuste dimensioni: se è troppo lunga o troppo corta può provocare danni seri al falco.
 
Un sistema pratico per curvare bene il ferro è quello di appoggiare la barra sopra un morso aperto e batterla con un martello. Va bene un cerchio di circa 35 cm di diametro, la cui sommità verrà rifasciata di corda. E’ molto importante che la lunga venga attaccata lateralmente, in modo da permettere sempre una rotazione della pertica quando il falco salta via. Saldate un quadrato di ferro a metà dell’asta che serva da scontro sul terreno.

Pertiche da voliera

Noi siamo piuttosto contrari alle pertiche alte con qualsiasi tipo di falco, ma soprattutto con le Codarossa. Fate bene attenzione, perchè se un falco non riesce a risalire in posizione eretta, dopo essersi dibattuto ed essere rimasto appeso ad una tradizionale pertica alta e passa un po’ di tempo prima che ve ne accorgiate, esiste il serio rischio di trovare il falco morto. La pertica più comoda da costruire è la pertica ad arco, come descritta sopra, però al posto delle punte per piantarla nel terreno, l’arco può essere saldato o annegato su dei basamenti pesanti, di ferro o di cemento. Si può fare ancora meglio tagliando un semicerchio nel compensato e foderando il bordo con dell’Astroturf (l’erba finta), legando il falco alla base di questa pertica. Questa soluzione evita che il falco possa passare sotto all’arco ed eliminare ulteriormente la possibilità che si incastri la lunga.
Pertiche a mensola

Una soluzione molto utile, specie quando si devono fare i conti con le dimensioni della voliera, sono le pertiche a muro. Si tratta di mensoline semicircolari di un diametro non superiore ai 30 cm, che per il fatto di essere appoggiate ad una parete, limitano a metà lo spazio che può occupare il falco dibattendosi. In questo caso deve essere posta particolare cura nel rendere la parete in prossimità della mensola ben liscia, in modo che il falco non si rovini le penne. Circa 30 cm sotto la mensola può essere fissato al muro un tassello tipo fischer ad anello, dove attaccare la lunga. Come regola generale si dice che i falconi preferiscono appoggiarsi su pertiche piatte, tipo blocchi o mensole, mentre i rapaci da bosco prediligono delle pertiche che ricordano i rami, però non è escluso che se un falco sia messo nelle condizioni di scegliere, questo non preferisca il posatoio previsto per l’altra specie.

La bacinella del bagno

Generalmente i falchi amano l’acqua, quindi la bacinella dovrebbe essere sempre a loro disposizione, o comunque deve essergli offerta spesso; in ogni stagione. Quando in inverno l’acqua gela, vuotate la vaschetta e riempitela nuovamente: alcuni falchi si fanno il bagno anche con tempereture molto rigide, oppure desiderano solo bere. Cambiate l’acqua spesso, specie in estate. La vaschetta per il bagno deve essere sufficientemente grossa da contenere tutto il corpo del falco, dal becco alla coda. L’altezza della vaschetta e quindi il livello dell’acqua, non dovrebbero superare i 15 cm. Dovete far fare il bagno ad un falco, non ad un’anatra!! Il falco rimane in piedi dentro l’acqua e si immerge da questa posizione, non si tuffa! Esistono in commercio delle bacinelle di plastica che si adattano benissimo allo scopo.

Qualcuno adotta il sistema di far fare la doccia al falco. Per questo può essere sistemato un irrigatore che faccia un effetto pioggia vicino al posatoio del falco in giardino, oppure può essere bagnato dolcemente con uno spruzzino. Queste operazioni risultano particolarmente indicate con quei falchi che si bagnano talmente di rado da diventare sporchi o quando si vuole raffreddare il falco nelle giornate afose. Vogliamo anche mettervi in guardia dal lasciare il falco troppo esposto al sole in estate: se non ha a disposizione una parte ombreggiata dove spostarsi e lo vedete col becco aperto per il caldo, sarà opportuno bagnarlo o meglio spostarlo all’ombra.

Radiotelemetro

Questo è sicuramente lo strumento più costoso che ha a disposizione il falconiere moderno: in qualche caso il suo costo supera addirittura quello del falco stesso, ma quando grazie al suo aiuto si ritrova il falco, i soldi spesi per acquistarlo diventano irrilevanti.
 
E’ uno strumento che i vecchi falconieri ovviamente non avevano a disposizione ed offre una buona possibilità di ritrovare il falco se questo dovesse perdersi. Il falconiere deve essere spinto a cercare di ritrovare il falco perso con tutti i mezzi. Oltre all’impegno morale che un falconiere si assume verso la salute di qualsiasi falco e a maggior ragione del proprio, che ha comperato e addestrato con pazienza, c’è certamente anche una componente affettiva e un non trascurabile dispendio di tempo e di denaro. Sconsiglieremmo qualsiasi persona di volare un falco d’alto volo o forse anche un’Astore senza la “radio”, ma anche in questo caso la Codarossa rappresenta un’eccezione. Grazie alla loro estrema affidabilità riteniamo che sia uno dei pochi falchi, assieme al falco di Harris, a non avere l’assoluta necessità di una apparecchiatura radiotelemetrica.
 
La “radio” si compone essenzialmente di due parti:
  • il trasmettitore, uno strumento di pochi grammi, che va attaccato al falco e che emette un segnale a breve intermittenza;
  • ed il sistema riceventeantenna direzionale che è in grado di localizzare la direzione dalla quale proviene il segnale. Seguendo la direzione indicata, e facendo diverse rilevazioni, si dovrebbe arrivare nella zona dove si trova il falco e qui richiamarlo con il sistema abituale (pugno o logoro).

Con Codarossa e Harris, ripetiamo, solo con questi, possono essere sufficenti anche solo due buoni campanelli e una targhetta di identificazione (comunque se volete mettere la radio, nulla vieta una precauzione aggiuntiva).

Targhetta identificativa

Questo piccolo oggetto può offrire una ultima possibilità di ritrovare il falco. Infatti, visto che i nostri falchi vengono abituati ad aver confidenza con l’uomo, sarà molto probabile che cerchino il cibo da qualche persona, se per errore dovessero perdersi. Questa targhetta sarà la prima cosa che verrà notata da una persona non esperta di falconeria che venga in possesso del falco.
 
E’ più complicato, ma sarebbe possibile anche risalire al proprietario del falco tramite il numero d’anello del falco visto che dal 1992 tutti i falchi introdotti sul territorio nazionale devono essere denunciati all’Ufficio CITES e in questa sede viene tenuto un archivio di tutti i falchi ed i relativi proprietari, ma questo prevede un minimo di competenza da parte di chi trova il falco ed è una strada che non viene quasi mai percorsa. Noi suggeriamo di fare una targhetta con scritto il proprio numero di telefono da una parte e dall’altra la scritta “ricompensa” che in alcuni casi potrà invogliare a fare una telefonata. Gli artigiani che fanno targhe e timbri ve la stamperanno per circa 5000 lire. Le dimensioni sono di 1 x 4 cm con i bordi arrotondati. Noi preferiamo i colori brillanti: rosso con scritta bianca sarà ben visibile. Potrà essere sistemata al falco assieme al campanello.
 

Cibo

Dato che le Poiane codarossa sono animali particolarmente robusti e di ottima salute, vivono e si adattano a mangiare di tutto, ma questo non vuol dire che gli si devono dare delle schifezze! Offrire al falco il cibo giusto non inciderà troppo sulle vostre spese e il disturbo sarà lo stesso. E’ buona regola variare spesso il cibo, così facendo si potrà anche capire che cosa il falco preferisce.
 
Noi siamo assolutamente contrari a dare cibo vivo al falco: oltre ad indiscutibili problemi morali, riteniamo che una preda viva deve rimanere una sorta di premio che il falco deve conquistarsi col lavoro sul campo. Quando non va a caccia noi alimentiamo il falco con cibo appena scongelato. Il congelamento del cibo, oltre ad essere molto comodo, aiuta ed eliminare alcune malattie, specie quelle virali, quindi è fortemente raccomandato. Accertatevi però di aver scongelato accuratamente il cibo e di servirlo ai falchi tiepido. Il cibo nel congelatore ha la tendenza a seccarsi per disidratazioine anche se conservato negli appositi sacchetti, quindi regolatevi in modo da non tenere il cibo congelato per più di 6 mesi e congelate gli animali interi, per pulirli e vuotarli appena scongelati.
 
Noi ci troviamo molto bene con le teste e colli di pollo: hanno molti componenti essenziali e ben bilanciati tra loro. Sono anche un cibo molto economico. Talvolta si possono utilizzare i pulcini di un giorno, ottenuti dagli scarti degli impianti di incubazione ad un costo molto contenuto (accertatevi sulla salute e freschezza dei pulcini prima di acquistarli): se vengono privati del tuorlo sono un cibo molto leggero che viene benissimo quando si deve abbassare il peso del falco.
 
Un’altro cibo molto usato dai falconieri di tutto il mondo sono le quaglie intere; anche queste devono essere comprate assolutamente sane e congelate intere. Un altro cibo spesso usato sono i piccioni. Le Codarossa sono falchi molto robusti, ma non indistruttibili. Con i piccioni ci vuole un’attenzione ancora maggiore: assolutamente non prendete in considerazione i quelli di città ma solo quelli allevati da voi o da qualche conoscente; inoltre eliminate le interiora e la testa-collo-gozzo dopo averli lasciati nel congelatore per almeno 15 giorni. Così avrete un cibo sano, nutriente e sicuramente molto gradito dal falco.
 
Anche i topi e i ratti sani saranno molto graditi dalla Poiana: si allevano facilmente in piccole scatole che si possono tenere in cantina o nel box. Esistono in commercio alcuni additivi vitaminici per rapaci ma se il falco è alimentato correttamente noi riteniamo che abitualmente non siano necessari: possono essere utili invece nei momenti di stress, tipo durante la riproduzione e l’allevamento dei giovani o quando si vuole ridurre il cibo del falco per farlo scendere di peso per prepararlo alla stagione di caccia.
 
Evitate di nutrire i falchi con cibo ucciso da un fucile: i pallini da caccia sono di piombo e se vengono ingeriti dal falco possono procurargli severe intossicazioni. Non ci sono problemi invece, se il cibo viene sparato con delle cartucce caricate con pallini d’acciaio. Non raccogliete mai nulla per il falco: gli uccelletti vittime degli incidenti della strada spesso si fanno colpire perchè malati e debilitati. Non parliamo neppure di raccogliere topi o rettili.
 
Le statistiche mostrano come mediamente i falchi da falconeria vivano più a lungo dei loro cugini selvatici e da analisi mediche sulle popolazioni selvatiche si è evidenziata una maggiore incidenza di parassiti interni rispetto ai falchi tenuti dall’uomo. Questo in parte è dovuto al minor contatto che hanno i nostri uccelli con la selvaggina non controllata.
 

Territorio dove volare

Anche questa è una cosa molto importante da trovare quando si decide di addestrare un falco. Per Codarossa ed Harris i problemi sono certamente minori che per qualsiasi altro falco, perchè vista la loro affidabilità possono esser fatti volare praticamente ovunque. Nel cercare un posto adatto tenete sempre in considerazione le restrizioni che impone la legge ed il buon senso, evitando posti che potrebbero irritare altra gente. Per i primi voli vi consigliamo comunque di cercare un territorio aperto con qualche albero sparso, anche se in seguito si potrà volare, ripetiamo, pressochè ovunque. Se si vogliono introdurre la Codarossa e l’ Harris alla caccia, sarà invece opportuno cercare un posto dove ci sono conigli o minilepri, che sono le prede naturali di questi rapaci.